lunedì 22 giugno 2009

IL DIAVOLETTO

...Ad essere sinceri, quell'individuo, nonostante il suo sogghigno, aveva un tipo di faccia assai cinica e sinistra; mentre sgambettava dritto verso il villaggio, l'aspetto tozzo dei suoi piedi destò non poco sospetto e molti di coloro che lo videro in quel giorno avrebbero dato una piccola somma di denaro, per gettare un'occhiata sotto quel candido fazzoletto di batista che gli pendeva in modo così irritante.



...Ma più di tutto offerse motivo di indignazione il fatto che quel furfante vaneggino, mentre accennava ora un passo di danza ora una piroetta, non sembrava avere la più pallida idea di ciò che significasse tenere il tempo.


Comunque la buona popolazione del borgo ebbe appena la possibilità di sbarrare gli occhi quando, proprio mentre mancava mezzo minuto a mezzogiorno, il furfante balzò diritto in mezzo a loro , come ho detto; diede un chassez qui, un balancez lì e poi, dopo una pirouette e un pass de zephir, si lanciò come un colombo diritto sulla torre del Municipio, dove il custode dell'orologio, sbalordito, stava fumando in un atteggiamento di dignità e di terrore.





Ma il piccolo discolo lo acciuffò improvvisamente per il naso, glielo tirò e glielo scosse, gli sbattè il suo enorme chapeau de bras sulla testa, glielo calcò sugli occhi e sulla bocca e quindi, brandendo il grande strumento, lo picchiò con quello, tanto a lungo e tanto vigorosamente che, vedendo il custode così grasso e il violino così vuoto, si sarebbe giurato che un intero reggimento di grancasse tambureggiasse furiosamente nella cella campanaria di Vondervotteimittis.

Non si sa davvero a quale disperato atto di vendetta quel rivoltante attacco avrebbe potuto spingere gli abitanti, se non fosse mancato un solo mezzo secondo a mezzogiorno: la campana stava per sonare ed era un affare di assoluta ed imprescindibile necessità che ognuno osservasse attentamente il suo orologio; tuttavia era chiaro che proprio in quel momento l'individuo nella torre stava facendo all'orologio qualche cosa che non avrebbe dovuto; ma dato che ormai l'orologio cominciava a suonare, nessuno ebbe il tempo di seguire le sue manovre, perchè tutti dovevano contare i tocchi della campana man mano che sonavano.


- Uno - battè l'orologio.

- Von- echeggiò ogni piccolo vecchio signore in ogni poltrona a braccioli, dal sedile di cuoio a Vondervotteimittiss...

-Due- continuò la grossa campana.

-Doo- ripeterono tutti i ripetitori meccanici.

-Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci- continuò la campana.

-Dree Vour Fibe Sax Sehen Aight Noin Den- risposero gli altri.

-Dodici- sonò la campana

-Dvelf- scandirono i piccoli vecchi signori, riponendo in tasca i loro orologi. Ma la grossa campana non aveva ancora finito.

-Tredici- sonò.

-Der Teufel (Per Diavolo!)- ansimarono i piccoli vecchi signori, divenendo pallidi, lasciando cadere le pipe e togliendo la gamba destra dal ginocchio sinistro.

- Tredici tredici!... Mio Dio sono le Tredici!


Perchè tentare di descrivere la terribile scena che seguì? Tutta Vondervotteimittiss fu gettata improvvisamente in un doloroso scompiglio generale.

-Che succede al mio stomaco?- urlarono tutti i ragazzi.

- E' un'ora che ho fame!-

-Che succede ai miei crauti?- gridarono tutte le donne.

-Saranno divenuti stracotti a quest'ora!-

...Nel frattempo tutti i cavoli divenivano rossi in volto e pareva che il diavolo in persona avesse preso possesso di ogni cosa che avesse l'aspetto di un orologio.
Le pendole scolpite sui mobili presero a danzare, come se fossero stregate, mentre quelle sui caminetti riuscivano a stento a frenare la loro furia e continuavano così, furiosamente, a battere le tredici, mentre i pendoli si agitavano e ballonzolavano, che era uno spavento vederli.
...Ed era chiaro che il miserabile monello sulla torre faceva quanto era in suo potere per rendere la situazione ancora più disastrosa; di tanto in tanto l'occhio di qualcuno poteva coglierlo in mezzo al fumo; sedeva nella cella campanaria.
...Poichè tale era la miserabile condizione, lasciai disgustato il paese e ora faccio appello a tutti coloro che amano l'ora esatta e i buoni crauti: rechiamoci in massa a quel villaggio e restauriamo l'antico ordine delle cose a Vondervotteimittiss, precipitando quel briccone giù dal campanile.


Edgar Allan Poe, Il Diavolo nel campanile, tratto da Racconti fantastici.

Nessun commento:

Posta un commento