venerdì 26 giugno 2009

IL TRULLO


C’è una musica in quel treno

che si muove e va lontano

musica di terza classe

in partenza per Milano

c’è una musica che batte

come batte forte il cuore

di chi parte contadino

ed arriverà terrone.


C’è una musica in quel sole

che negli occhi ancora brucia
nell’orgoglio dei braccianti

figli della Magna Grecia

in quel sogno di emigranti

grande come è grande il mare

che si porta i bastimenti

per le Americhe lontane.





Grande sud che sarà

quella anonima canzone

di chi va per il mondo

e si porta il sud nel cuore.


Grande sud che sarà

quella musica del ghetto

di chi va per il mondo

e si porta il suo dialetto.




C’è una musica nei sogni

di chi dorme alle stazioni

negli antichi sentimenti

delle nuove emigrazioni

c’è una musica nel viaggio

dalla terra di nessuno

di chi porta nel futuro

i tamburi del villaggio.




Grande sud che sarà

quella anonima canzone

di chi va per il mondo

e si porta il sud nel cuore.


Grande sud che sarà

quella musica del ghetto

di chi va per il mondo

col suo ritmo maledetto.

E sarà quel racconto

e sarà quella canzone

che ha a che fare coi briganti

e coi santi in processione

che ha a che fare coi perdenti

della civiltà globale

vincitori della gara

a chi è più meridionale.




(Eugenio Bennato, Grande Sud, 2008).

lunedì 22 giugno 2009

CINESINE
Chi quel gong percuoterà apparire la vedrà.
Bianca al pari della giada,
fredda come quella spada… è la bella Turandot!


Calaf
Principessa di morte!
Principessa di gelo!
Dal tuo tragico cielo scendi giù sulla terra!
Ah, solleva quel velo!
Guarda, crudele,
quel purissimo sangue che fu sparso per te!

Turandot
Che mai osi, straniero! Cosa umana non sono!
Son la figlia del Cielo libera e pura. Tu stringi il mio freddo velo ma l'anima è lassù!

Calaf
La tua anima è in alto, ma il tuo corpo è vicino!
Con le mani brucianti stringerò
i lembi d'oro del tuo manto stellato.
La mia bocca fremente premerò su di te…





Turandot
Non profanarmi!

Calaf
Ah, sentirti viva!

Turandot
Indietro!

Calaf
Il gelo tuo è menzogna!

Turandot
No, mai nessun m'avrà!

Calaf
Ti voglio mia!








Turandot
Dell'ava lo strazio non si rinnoverà! Ah, no!


Calaf
Ti voglio mia!




Turandot
Non mi toccar, straniero! È un sacrilegio!

Calaf
No, il bacio tuo mi dà l'eternità!

Turandot
Sacrilegio! Che è mai di me? Perduta!



Calaf
Mio fiore! Oh, mio fiore mattutino!
Mio fiore, ti respiro!
I seni tuoi di giglio,
ah, treman sul mio petto!
Già ti sento mancare di dolcezza,
tutta bianca nel tuo manto d'argento.




Turandot
Come vincesti?

Calaf
Piangi?

Turandot
È l'alba! tramonta!

I ragazzi
L'alba! Luce e vita! Tutto è puro!Gli uominiL'alba! Luce e vita! Principessa, che dolcezza nel tuo pianto!

Calaf
È l'alba! E amore nasce col sole!I ragazziTutto è santo! Che dolcezza nel tuo pianto!

Turandot
Che nessun mi veda, la mia gloria è finita!





Calaf
No! Essa incomincia!

Turandot
Onta su me!
Calaf
Miracolo! La tua gloria risplende nell'incanto del primo bacio, del primo pianto!




Turandot
Del primo pianto. Ah! Del primo pianto! Sì, straniero, quando sei giunto, con angoscia ho sentito il brivido fatale di questo mal supremo. Quanti ho visto morire per me! E li ho spregiati. Ma ho temuto te! C'era negli occhi tuoi la luce degli eroi. C'era negli occhi tuoi la superba certezza.E t'ho odiato per quella! E per quella t'ho amato! Tormentata e divisa fra due terrori uguali: vincerti o esser vinta. E vinta sono! Ah! Vinta, più che dall'alta prova, da questa febbre che mi vien da te!

Calaf
Sei mia! Mia!

Turandot
Questo chiedevi. Ora lo sai. Più grande vittoria non voler! Parti, straniero, col tuo mister!

Calaf
Il mio mistero? Non ne ho più! Sei mia! Tu che tremi se ti sfioro! Tu che sbianchi se ti bacio puoi perdermi se vuoi! Il mio nome e la vita insiem ti dono! Io sono Calaf, figlio di Timur!

Turandot
So il tuo nome! So il tuo nome!

Calaf
La mia gloria è il tuo amplesso!

Turandot
Odi! Squillan le trombe!

Calaf
La mia vita è il tuo bacio!

Turandot
Ecco! È l'ora! È l'ora della prova!


Calaf
Non la temo!

Turandot
Ah! Calaf, davanti al popolo con me!




Calaf
Hai vinto tu!

La folla
Diecimila anni al nostro Imperatore!

Turandot
Padre augusto, conosco il nome dello straniero! Il suo nome è… Amor!

La folla
Amor! O sole! Vita! Eternità! Luce del mondo e amore! Ride e canta nel sole l'infinità nostra felicità! Gloria a te! Gloria a te! Gloria!



G. Puccini, Turandot (finale completato da F.Alfano), libretto di G. Adami e R. Simoni, 1924.
IL DIAVOLETTO

...Ad essere sinceri, quell'individuo, nonostante il suo sogghigno, aveva un tipo di faccia assai cinica e sinistra; mentre sgambettava dritto verso il villaggio, l'aspetto tozzo dei suoi piedi destò non poco sospetto e molti di coloro che lo videro in quel giorno avrebbero dato una piccola somma di denaro, per gettare un'occhiata sotto quel candido fazzoletto di batista che gli pendeva in modo così irritante.



...Ma più di tutto offerse motivo di indignazione il fatto che quel furfante vaneggino, mentre accennava ora un passo di danza ora una piroetta, non sembrava avere la più pallida idea di ciò che significasse tenere il tempo.


Comunque la buona popolazione del borgo ebbe appena la possibilità di sbarrare gli occhi quando, proprio mentre mancava mezzo minuto a mezzogiorno, il furfante balzò diritto in mezzo a loro , come ho detto; diede un chassez qui, un balancez lì e poi, dopo una pirouette e un pass de zephir, si lanciò come un colombo diritto sulla torre del Municipio, dove il custode dell'orologio, sbalordito, stava fumando in un atteggiamento di dignità e di terrore.





Ma il piccolo discolo lo acciuffò improvvisamente per il naso, glielo tirò e glielo scosse, gli sbattè il suo enorme chapeau de bras sulla testa, glielo calcò sugli occhi e sulla bocca e quindi, brandendo il grande strumento, lo picchiò con quello, tanto a lungo e tanto vigorosamente che, vedendo il custode così grasso e il violino così vuoto, si sarebbe giurato che un intero reggimento di grancasse tambureggiasse furiosamente nella cella campanaria di Vondervotteimittis.

Non si sa davvero a quale disperato atto di vendetta quel rivoltante attacco avrebbe potuto spingere gli abitanti, se non fosse mancato un solo mezzo secondo a mezzogiorno: la campana stava per sonare ed era un affare di assoluta ed imprescindibile necessità che ognuno osservasse attentamente il suo orologio; tuttavia era chiaro che proprio in quel momento l'individuo nella torre stava facendo all'orologio qualche cosa che non avrebbe dovuto; ma dato che ormai l'orologio cominciava a suonare, nessuno ebbe il tempo di seguire le sue manovre, perchè tutti dovevano contare i tocchi della campana man mano che sonavano.


- Uno - battè l'orologio.

- Von- echeggiò ogni piccolo vecchio signore in ogni poltrona a braccioli, dal sedile di cuoio a Vondervotteimittiss...

-Due- continuò la grossa campana.

-Doo- ripeterono tutti i ripetitori meccanici.

-Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci- continuò la campana.

-Dree Vour Fibe Sax Sehen Aight Noin Den- risposero gli altri.

-Dodici- sonò la campana

-Dvelf- scandirono i piccoli vecchi signori, riponendo in tasca i loro orologi. Ma la grossa campana non aveva ancora finito.

-Tredici- sonò.

-Der Teufel (Per Diavolo!)- ansimarono i piccoli vecchi signori, divenendo pallidi, lasciando cadere le pipe e togliendo la gamba destra dal ginocchio sinistro.

- Tredici tredici!... Mio Dio sono le Tredici!


Perchè tentare di descrivere la terribile scena che seguì? Tutta Vondervotteimittiss fu gettata improvvisamente in un doloroso scompiglio generale.

-Che succede al mio stomaco?- urlarono tutti i ragazzi.

- E' un'ora che ho fame!-

-Che succede ai miei crauti?- gridarono tutte le donne.

-Saranno divenuti stracotti a quest'ora!-

...Nel frattempo tutti i cavoli divenivano rossi in volto e pareva che il diavolo in persona avesse preso possesso di ogni cosa che avesse l'aspetto di un orologio.
Le pendole scolpite sui mobili presero a danzare, come se fossero stregate, mentre quelle sui caminetti riuscivano a stento a frenare la loro furia e continuavano così, furiosamente, a battere le tredici, mentre i pendoli si agitavano e ballonzolavano, che era uno spavento vederli.
...Ed era chiaro che il miserabile monello sulla torre faceva quanto era in suo potere per rendere la situazione ancora più disastrosa; di tanto in tanto l'occhio di qualcuno poteva coglierlo in mezzo al fumo; sedeva nella cella campanaria.
...Poichè tale era la miserabile condizione, lasciai disgustato il paese e ora faccio appello a tutti coloro che amano l'ora esatta e i buoni crauti: rechiamoci in massa a quel villaggio e restauriamo l'antico ordine delle cose a Vondervotteimittiss, precipitando quel briccone giù dal campanile.


Edgar Allan Poe, Il Diavolo nel campanile, tratto da Racconti fantastici.
ANGIOLETTO BIANCO

Ciao!

Eccomi ancora qui per mostrarvi uno dei miei ultimissimi angioletti paffuti... un soggetto che mi appassiona tantissimo e che vorrei ancora migliorare per quel che riguarda l'esecuzione.

L'idea di un puttino con la rondinella tra le mani mi è stata suggerita da una collega alla quale il pezzo è destinato...spero sarà di suo gradimento!



Con la faccia a dir poco stupita, questo angioletto siede su di una basetta in legno dipinta in oro, lo stesso oro che ho poi impiegato anche nell'esecuzione dei piccoli ricami sull'orlo della tunica bianca. Quest'ultima ho preferito realizzarla molto corta...fino al punto di mostrare due bei piedini rosa e delicati.




Tutte le parti del suo piccolo corpo sono state dipinte in acquerello per aumentare la delicatezza dell'incarnato, in netto contrasto con una gran massa di riccioli castani (ottenuti mediante il passaggio della pasta al sale nelle fitte maglie di un colino).
Dopo una prima mano di colore ho preferito rinforzare il vermiglio delle guance affinchè l'angioletto assumesse un'aria più timida e tenera, realmente sorpreso che la piccola rondine gli si sia posata sul grembo!
Per fare in modo che le ali sembrassero più vere, ho inserito due stuzzicadenti sulla sua schiena, mentre la pasta era ancora fresca, poi ho incollato con del vinavil due piccoli pezzi di cartone bianco tagliati nella forma desiderata e successivamente cosparsi di porporina luccicante.


Ecco infatti una foto che mostra da vicino sia la rondinella che il volto dell'angioletto, insieme ad un particolare delle ali (che alla luce risultano veramente brillanti) .

I capelli sono venuti a dir poco ricci (oserei dire alla Lucio Battisti), ma questo dettaglio rende il suo musetto ancora più simpatico...non trovate?!
Ecco infine un'ultima foto per una visione d'insieme del pezzo finito...io ne sono veramente orgogliosa perchè lo studio di ogni più piccolo particolare non è stato facile, ma spero che voi esprimiate lo stesso giudizio positivo!


Ho veramente ancora tante cose da mostrarvi, quindi vi saluto promettendovi di ritornare mooooolto presto!

CENTROTAVOLA DI FRATICELLI
Buongiorno a tutti!
Durante l'estenuante giornata di lavoro di ieri ho tentato di evadere un pochino con la mente pensando e ripensando a cosa mostrarvi oggi...così ho deciso, nonostante i 30 gradi che si avvertono nel centro Italia, di pubblicare alcune foto di un lavoro eseguito per la cena natalizia di quest'anno. L'effetto stupore tra i parenti mi ha convinto sulla qualità di questo centrotavola...spero piaccia anche a voi!


Dopo aver fatto ricavare un disco in legno a mio padre (si, spesso coinvolgo l'intera famiglia nei miei lavori) ho iniziato a pensare un tema che potesse andar bene per le festività natalizie: cosa poteva esser meglio di una messa cantata proprio sulla nostra tavola? Ho presto deciso, infatti, di simulare un grande antifonario medievale con le sue miniature e con dei piccoli frati che cantano solenni seguendo i loro spartiti musicali!


Ecco un particolare della miniatura con una scena della nativita all'interno della lettera "B", iniziale di "Buon Natale" che corre lungo tutta la circonferenza del legno. Vicino ala scritta i fraticelli iniziano a cantare con dei piccolissimi spartiti in mano, ricavati in cartone ed incollati tra le loro mani con della colla a caldo. I capelli di questi personaggi (per i pochi che ancora vantano dei capelli) li ho ottenuti con l'applicazione di cotone idrofilo assolutamente bianco, a dimostrazione della loro veneranda età!


Con questa immagine dall'alto potete vedere l'intera composizione: quei piccoli trattini neri che seguono gli auguri di Buon Natale sono le note come venivano scritte negli antichi antifonari... ovviamente senza alcuna pretesa di copiarne uno vero o di eseguirlo in modo assolutamente fedele alla realtà artistica di quel periodo. Diciamo che ho solo tratto un'ispirazione da un'epoca il cui studio mi ha tanto appassionato! Al centro una candela viola aggiunge una nota di colore vivace ed accende una sera così particolare.



Secondo me, questo è il fraticello che conduce tutto il coro e che riprende severamente gli errori dei suo fratelli!! I suoi occhi sono spalancati nello sforzo di tenere la nota, mentre la sua bocca è intenta ad emettere il suono desiderato.

il frate qui sotto non ha lo spartito in mano...forse gli sarà caduto?!





Ed infine...ecco un fraticello dispettoso che del coro proprio non ne voleva sapere! Si è posizionato sui dolcetti, ma più che ricordarci di fare penitenza sembra proprio che voglia custodirli gelosamente per sè!





E questo è un particolare del suo profilo


Ora vi saluto...mi avvio al lavoro...

Ciao a tutti!

LA TORRE MEDIEVALE - LANTERNA


Per divertirmi ancora un pò con delle lanterne fantasiose vi propongo oggi una torre con tanto di merlatura sulla sommità. Anche per questo pezzo una gran dote è quella della calma e della pazienza...ma, secondo me, ne vale veramente la pena!






Come nella lanterna precedente ogni mattoncino è stato realizzato singolarmente e montato uno ad uno su di una base preventivamente essiccata. Nell'arco di ingresso sono stati inseriti degli stuzzicadenti al fine di simulare una piccola grata, poi verniciata di nero. L'impiego del muschio, che corre lungo tutto il corpo della torre fino ai merli, mi aiuta spesso a rendere più realistico il risultato finale.





Per gli infissi delle finestrelle ho impiegato ancora una volta degli stuzzicadenti, cercando di imitare delle bifore medievali! La merlatura, invece, è stata eseguita in cartone e poi dipinta come il resto del corpo affinchè un peso eccessivo non gravasse sull'intero pezzo andondone a modificare sia la stabilità sia l'estetica.






Questo è un ulteriore particolare per mostrare anche quei mattoni verticali che simulano i lastroni decorativi delle strutture portanti. Per quel che riguarda la pittura di tali parti, ho eseguito prima più colori di base mescolati direttamente nella pasta al sale e, una volta essiccati in forno, ho dipinto il tutto rinforzando con del bianco per simulare le venatura della pietra.




Ecco dunque come si presenta questa torre medievale col calare del buio, quando i suoi abitanti accendono i lumi per la gran festa! Una piccolissima candela adagiata all'interno renderà anche quest'opera un ottimo centrotavola, senza aver timore che la pasta si alteri col calore della fiamma.


A presto con una nuova creazione!

BENVENUTI!


questo è il mio primo post del blog e vi ringrazio per la visita.

Il blog tratterà principalmente dei miei piccoli lavori in pasta di sale senza escludere però altre idee in materiali diversi. Pubblicherò qui alcune foto scattate alle mie opere con la speranza che possiate trovare qualcosa di interessante!

Ecco la mia prima creatura:

IL CASALE TOSCANO - LANTERNA



Dentro ci sono delle piccolissime candele per illuminare una divertente tavolata estiva.




Le dimensioni sono veramente ridotte...ogni mattoncino non supera la dimensione di unghia! é stato proprio un lavoro lungo e paziente!!




Come se non bastasse ho anche aggiunto un bellissimo numero civico sulla porta di ingresso...per non perdersi nelle viuzze sterrate di campagna!





Da notare l'aggiunta del muschio per rendere molto più realistica tutta la casa...



Con l'aggiunta di una piccola base in legno dipinto si possono alloggiare perfettamente le candele per una serata estiva molto speciale.

Al prossimo lavoro!