IL TRULLO
C’è una musica in quel treno
che si muove e va lontano
musica di terza classe
in partenza per Milano
c’è una musica che batte
come batte forte il cuore
di chi parte contadino
ed arriverà terrone.
C’è una musica in quel sole
che negli occhi ancora brucia
nell’orgoglio dei braccianti
figli della Magna Grecia
in quel sogno di emigranti
grande come è grande il mare
che si porta i bastimenti
per le Americhe lontane.
Grande sud che sarà
quella anonima canzone
di chi va per il mondo
e si porta il sud nel cuore.
Grande sud che sarà
quella musica del ghetto
di chi va per il mondo
e si porta il suo dialetto.
C’è una musica nei sogni
di chi dorme alle stazioni
negli antichi sentimenti
delle nuove emigrazioni
c’è una musica nel viaggio
dalla terra di nessuno
di chi porta nel futuro
i tamburi del villaggio.
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Grande sud che sarà
quella anonima canzone
di chi va per il mondo
e si porta il sud nel cuore.
Grande sud che sarà
quella musica del ghetto
di chi va per il mondo
col suo ritmo maledetto.
E sarà quel racconto
e sarà quella canzone
che ha a che fare coi briganti
e coi santi in processione
che ha a che fare coi perdenti
della civiltà globale
vincitori della gara
a chi è più meridionale.
(Eugenio Bennato, Grande Sud, 2008).
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